Via Francigena del Sud

Via Francigena del Sud

A distanza di un anno eccomi di nuovo a Minturno. Allora per iniziare il Cammino degli Aurunci, ora per salutare il Mar Tirreno e avviarmi verso la Puglia sulla Via Francigena del Sud. Ne percorrerò alcune tappe in direzione Monte Sant’Angelo: di fronte all’Adriatico terminerà il mio coast to coast.
Un ringraziamento per l’accoglienza e l’ospitalità a Roberto Rotasso delegato alla Via Francigena del Comune di Minturno e dirigente del Gruppo dei Dodici, associazione per la promozione storico-culturale dei cammini sulla Via Francigena nel Sud.

A Gianluca e tutto lo staff del Ristorante L’Anfora che mi ha spiegato i piatti tipici della Riviera di Ulisse, dall’alici sotto sale del Golfo di Gaeta alla tiella di Gaeta. Un pranzo da leccarsi i baffi!
A Paola Rotasso e al comune di Minturno che è l’unico a possedere entrambi gli adesivi di Smart Walking!
A tutta la famiglia Rotasso per l’invito a casa e la squisita cena in compagnia dei nipoti tra cui uno scatenato e affettuoso Pablo!
Agli amici Laura e Davide con i quali ho condiviso una indimenticabile serata dalmata!

l sapore del mare piano piano viene sostituito dai profumi della primavera della campagna. Saluto il litorale laziale – con una vista sull’originale via Appia – e mi addentro nel territorio casertano.
Per l’ultima volta vedo in lontananza il promontorio di Gaeta e i Monti Aurunci. Rivedrò il mare in Puglia.

“Protetto dai monti trebulani,
nel piccolo borgo di Roccaromana,
ai piedi della collina,
in una vecchia tenuta,
si trova un giardino nascosto dove si coltivano
sogni e poesia.”

Così Maria scrive del suo progetto sul sito de Il Giardino Segreto. Nei mesi scorsi ci eravamo sentiti e annusati virtualmente. Ero veramente curioso di incontrarla e sapere di più su questa realtà. E alla fine ci siamo incontrati casualmente, per un incomprensione con il pernotto del paese precedente e un acquazzone che mi ha costretto a chiederle ospitalità.

Napoletana di nascita, attrice di teatro, svariati viaggi in giro per il mondo, un anno a Marsiglia, ha deciso di stabilirsi nell’alto casertano e precisamente nel piccolo borgo di Roccaromana, 800 abitanti che resistono con lei. Tra questi Casa Matilde Events che propone una squisita cucina che valorizza i prodotti locali e che ci delizia con vino, formaggi, salumi e olio.
Maria ha deciso di investire su un territorio che ha tanto da offrire ma che – come tutte le aree interne – soffre di spopolamento e depauperamento. Ha capito quanto sia importante e necessaria la presenza di progetti in ambito educativo e sociale.
Per questo ha fondato nel 2018 un’ Associazione di Promozione Sociale, Il Giardino Segreto di Roccaromana il cui obiettivo è “creare ricchezza diffusa, promuovere la circolazione di persone ed idee, ospitare ed essere promotore di esperienze culturali al fine di contrastare il fenomeno dello spopolamento dei borghi e delle aree interne e di ridurre il divario fra città-periferie”.
L’associazione si occupa anche di attività di sensibilizzazione e promozione del turismo lento e sostenibile. In particolare sostiene lo sviluppo della Via Francigena del Sud, ospitando i pellegrini in cammino.
Tutti concetti che si sposano a meraviglia con Smart Walking.

Siccome le persone non si incontrano mai per caso, con Maria siamo andati a trovare Rossella del B&B Le Piracante, che mi aveva ospitato qualche settimana fa. E abbiamo deciso di unire le forze per un progetto che… Stay tuned!

Municipio – Munecipje
Ecco un altro esempio di bilinguismo nei borghi italiani; dopo aver visto i comuni albanesi in Sicilia e Calabria, ecco il franco provenzale Celle di San Vito.
Il più piccolo paese della Puglia è la mia porta di ingresso nella regione che dovrò attraversare per raggiungere l’Adriatico.


Il comitato di accoglienza è guidato dal sindaco Maria Giannini e da Fabiola e Giorgio Ventricelli. Questi ultimi fanno parte di Enopolio Daunio che si è occupata della comunicazione e della logistica del mio passaggio sulla via Francigena Micaelica.

Il sindaco è al suo terzo mandato, 14 anni al comando di questo avamposto di confine che resiste con un manipolo di fedelissimi: sono rimasti in 100 a Celle San Vito.
Ci sediamo sui gradini del b&b: la pietra è consumata perché fino a 20 anni fa qui sedevano numerosi gli avventori del bar dirimpetto.
Adesso una porta sprangata e il silenzio ma per decenni Verginia l’ha fatta da padrona.
Se ne è andata a 97 anni, fino all’ultimo ha gestito il bar del paese, difendendolo dalla attacchi di finanzieri e fornitori fedifraghi, lei che non sapeva ne leggere ne scrivere. Si dice che origliasse le telefonate e così sapeva tutte le parole che i suoi concittadini affidavano alla vecchia SIP. Forse annoiata, introdusse il primo juke box. Quando si è spenta, ha smesso anche la musica e rimangono solo i ricordi.
Ci incamminiamo nella via principale, la colonna vertebrale del paese che si allunga sottile sulla montagna, come una schiena di capidoglio che emerge dal mare di nuvole del Tavoliere.
Mario, 62 anni, lo troviamo a spaccare legna davanti casa, che vuol dire in mezzo alla via, tanto si è ristretta la strada verso la fine del paese. Lo saluto, lo fotografo e ricevo un invito per il dopocena.
Una veloce ma affascinante visita al museo della civiltà contadina dove Virginia ci spiega antichi attrezzi legati a una cultura troppo velocemente dimenticata.
Con 2 pellegrine olandesi e uno italiano ci ritroviamo a cena al ristorante Le Fontanelle che probabilmente ci fa assumere più calorie di quelle consumate!
Dopo cena mi ricordo dell’invito di Mario. Attraverso un paese la cui illuminazione serve a dar più risalto al silenzio e all’odore dei caminetti. Mario e Antonella li trovò davanti al cammino: sulle loro teste un asse regge svariati tipi di salsiccia: cotica, polmonata, classica. A fianco la borragine appena raccolta e due enormi forme di caciocavallo.
Mario mi offre una tisana di erbe e mi chiede i tre cantautori preferiti.
Chitarra alla mano mi canta De Gregori, De Andre e Dalla.
Buonanotte fiorellino, ovunque tu sia.

Troia è una città ricca di storia che ha da poco festeggiato i 1000 anni dalla fondazione ad opera di un catapano bizantino nel 1019!
Ma già Diomede ne parlava, quindi le sue origini si perdono nella notte dei tempi, quando la regione era sotto il dominio dei Dauni, una delle popolazioni spazzate dai romani.
Roma la fece diventare luogo strategico: la Via Traiana passa da qui e la stessa @viafrancigena_eu insiste su questa strada secolare che è attualmente è la via principale della città.
La parallela “Via fra due terre” ricorda invece la divisione tra la zona dei Basilinai e quella dei benedettini.
Nel medio evo Troia aveva ben 34 chiese nel centro storico, con tutti gli ordini religiosi rappresentati.
Prima di partire non poteva mancare l’assaggio della Passionata, il dolce simbolo della città realizzato dalla Pasticceria Casoli.

La tappa successiva mi porta a Lucera: un anfiteatro romano, la fortezza Svevo-Angioina e la basilica cattedrale di Santa Maria Assunta. A farmi da Cicerone alla scoperta di questo gioiello della Capitanata è Giuseppe Toziano , rappresentante del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano – in loco.
Altra perla della città è il Circolo Unione Lucera: entrarvi dentro è un viaggio nel tempo di alcuni decenni. Attivo dal 1860 è luogo di ritrovo per gli abitanti e luogo di cultura. La fortuna vuole che nella serata ci sia la presentazione del libro “80esimo parallelo” della bravissima Paola Catapano. È lei in prima persona a raccontare la sua avventura di scienziata del Cern tra i ghiacci delle Svalbard.
La già ricca giornata di incontri aveva avuto anche un prologo: Walter Diga mi ospita a lavorare dal suo spazio di coworking euGenio – Creative Coworking.
Fotografo e professionista della comunicazione Walter è una persona di mondo e cultura, attivo in TEDxFoggia.
Nella sua splendida dimora, proprio sopra gli uffici, possiede una delle ultime cappelle ancora consacrate in una residenza privata.
La giornata piena di incontri ed emozioni termina nel letto dell’hotel HORI Balconata 2.0
Grazie a Enopolio Daunio per la perfetta regia!

Ormai da diversi giorni sono sul tratto Micaelico della Via Francigena del Sud. La tappa Lucera – San Severio la percorro in bicicletta per dare un po’ di riposo al mio ginocchio destro: la borsite non mi sta dando tregua da ormai diversi mesi. Pedalare è comunque ecologico e salutare, forse un po’ meno lento ma permette sempre di godere del territorio. Grazie a Bike Planet di Lucera per la disponibilità last minute.

A San Severo arrivo nel giorno del compleanno della città: ha compiuto 907 anni di storia!
Ad aspettarmi la lobbying culturale che ha pensato a organizzare la logistica lungo il cammino Micaelico: Per Aspera ad Astra ETS Associazione Culturale, Enopolio Daunio HUB Polifunzionale Culturale, Comitato Culturale OdV Vie Francigene San Severo ed EtaBetaRadio San Severo.

Fabiola e Giorgio Ventricelli sono le anime e insieme al padre Francesco gestiscono uno spazio polifunzionale che da ogni tipo di supporto al camminatore. E una splendida sala di co-working, fondamentale per chi come me, oltre ad essere pellegrino, è anche nomade digitale.
La sera è una scoperta dei tesori di San Severo, Giorgio sciorina la sue conoscenze della storia del territorio e Marina Villani ci affascina con un reading misto tra prosa e poesia legata ai luoghi. I titoli stessi sono già di per se evocativi: “ La Processione” “Il giugno infuocato” di Umberto Fraccacreta; “Un ragazzo tra fuochi e processioni” di Emanuele Italia.
Toccante è l’intervento del 93enne Michele Villani sui fratelli deportati (e mai tornati) durante la seconda guerra mondiale. A ricordo di questi ci sono delle pietre di inciampo davanti l’ingresso del municipio.

Foto di Fabiola Ventricelli
Foto di Fabiola Ventricelli
Foto di Fabiola Ventricelli

Riparto da San Severo dopo la colazione da Enopolio Daunio e saluto Fabiola. Anche questa tappa la copro in bicicletta, una super e-bike prestatemi dai mitici fratelli Giovanni e Maurizio Russo, fondatori di San Giovanni Rotondo Francigena, APS per la promozione della Via Francigena Micaelica nel territorio di San Giovanni Rotondo e del Gargano.
Copro il percorso dei pellegrini a piedi fino a quasi il convento di Stignano, poi il sentiero diventa impraticabile con la bicicletta e sono costretto a tornare indietro. Proseguo per la variante per le due ruote e arrivo a San Marco in Lamis dove mi accoglie Felice Nardella del Circolo ricreativo Arci Neruda – Artefacendo Lab.
Una pausa di lavoro e poi continuo per il Santuario di San Matteo adiacente a Borgo Celano, dove mi aspetta Giusy Ciociola di Gargano E-20. In questa piccola frazione di San Marco in Lamis mi fermo a pernottare.

Foto di Felice Nardella

In compagnia dei fratelli Maurizio Russo e Giovanni Russo di SGR Francigena , Fabiola di Enopolio Daunio e Leonardo Ricucci, cammino sugli splendidi e panoramici sentieri del Gargano meridionale sui quali insiste la via Micaelica della Via Francigena del Sud.
La giornata ventosa regala tinte forti e l’occhio può spaziare a 360 gradi sul territorio circostante.

Dal santuario di San Matteo fino a fine tappa ci accompagna una timida e bianchissima maremmana: sembra che sia tradizione che su questa tratta i cani randagi scortino i pellegrini.

A San Giovanni Rotondo visito la magnifica opera di Renzo Piano: il Santuario di Padre Pio.
Che uno sia credente o no importa poco: lascia a bocca aperta.

Giusy di Gargano E-20, SGR Francigena e Hotel Colonne hanno reso indimenticabile il mio soggiorno a San Giovanni Rotondo. Grazie infinite!

Dal mar Tirreno al mar Adriatico! Il coast to coast iniziato a Minturno nel Lazio giunge al termine. Arrivo a Monte Sant’Angelo e torno a respirare il mare. Dall’alto dei sentieri del Gargano meridionale ammiro tutto il golfo di Manfredonia.

Su questa ultima tappa della Via Micaelica – il tratto della Via Francigena del sud che da Troia porta da secoli i pellegrini a Monte Sant’Angelo – ho camminato con Giusy Ciociola di Gargano E-20. In questi giorni ci siamo confrontati su tanti temi riguardanti i cammini e la ringrazio per il tempo dedicatomi. Chissà che non sarò proprio io ad inaugurare il progetto di cammino che sta portando avanti!
A Monte Sant’Angelo mi accolgono Eliana e Biagio, in rappresentanza della Monte Sant’Angelo Francigena, associazione di promozione e valorizzazione della cultura dei cammini.

Sono arrivato fino a qui percorrendo la Via Micaelica, la variante della Via Francigena per Monte Sant’Angelo: da Celle San Vito passando da Troia, Lucera, San Severo, San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo. A Santiago avevo ricevuto la conchiglia, qui l’antico simbolo per i pellegrini che giungevano è il pennacchio di San Michele, che veniva posto come ornamento del bastone.

Il Museo Multimediale Il Sentiero dell’Angelo è una moderna opera d’arte in cui si può assistere alla narrazione guardando la volta: immagini e suoni raccontano 15 secoli di pellegrini, popoli, santi, papi, re e imperatori che si sono mossi verso la sacra grotta delle apparizioni dell’Arcangelo Michele sul Gargano. Alla fine della proiezione ho un incontro interessante aperto al pubblico, una tavola rotonda in cui spiego l’evoluzione dei cammini e a quali conseguenze positive possono avere sui territori. Il nomadismo digitale è un’opportunità da cogliere per paesi che soffrono di spopolamento da decenni.

E a proposito di angeli, Eliana mi porta alla scoperta di questo borgo che domina dall’alto su uno sconfinato mare azzurro. È tornata al suo paese di origine dopo importanti esperienze in giro per il mondo. Lei è una risorsa immateriale importantissima per un luogo che ha bisogno di guardare al futuro senza perdere le proprie radici e peculiarità di pace e lentezza.

Dopo aver terminato a Monte Sant’Angelo il tratto micaelico della Via Francigena, proseguo il mio viaggio. Dal finestrino del bus mi godo la discesa dai quasi 800 metri di altitudine verso il mare e la pianura: la giornata è limpidissima e il panorama uno spettacolo. In pochi chilometri di tornanti tra i muretti a secco si scende dalla montagna alla meravigliosa città garganica di Mattinata. Una macchia bianca che una distesa di ulivi a perdita d’occhio separa dal mare.

Sono ospite di Massimo Ciuffreda, CEO di Anima Living Network, un progetto che mette assieme diversi coworking della provincia di Foggia; il fine è supportare la cultura del lavorare in condivisione in spazi che si animano anche grazie ai camminatori digitali.
Grazie al coordinamento di Enpolio durante questi giorni nella Capitanata ho potuto lavorare dallo spazio condiviso messo a disposizione da Enopolio, Arci Neruda – Artefacendo Lab, euGenio Creative Coworking e Anima Living.

A fare gli onori di casa a Mattinata anche il Sindaco Michele Bisceglia, che si fa testimone della forte vocazione per l’ospitalità e l’innovazione turistica. La sua Amministrazione sta lavorando da diverso tempo a questo nuovo modello di ospitalità innovativa con l’ausilio di partner autorevoli e enti pubblici sovraterritoriali come la Regione Puglia.

Passeggio con la troupe della Rai con il simpatico Carlo De Nittis che mi intervista.

Massimo Ciuffreda mi accompagna al tramonto verso un punto panoramico dal quale riesco a vedere tutto il golfo di Manfredonia, la valle coltivata ad ulivi protetta dalle due montagne in cui è adagiata Mattinata. La mia avventura non poteva avere finale più scenografico!

Il progetto Smart Walking nella tratta pugliese della Via Francigena ha ottenuto l’Alto Patrocinio di European Parliament e il patrocinio di Regione Puglia, PACT – Polo Arti Cultura Turismo Regione Puglia, Consiglio Regionale Puglia, Provincia di Foggia, Comune di Celle di San Vito, Associazione Europea Vie Francigene. Tutto questo grazie al partner Enopolio Daunio che ha curato tutta la parte logistica e di contatti istituzionali.

Flixbus – partner del progetto 2023 – mi riporta a casa.

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