Kalabria coast to coast

Kalabria coast to coast

Arrivo in Calabria con Flixbus, partner del progetto Smart Walking 2023. Genova – Roma e Roma – Catanzaro Lido le due tratte che copro.

Punto di partenza di un cammino che insegue il sole – dalla sua alba sullo Ionio al tramonto sul Tirreno – è la spiaggia di Soverato.
Qui ogni anno, nel periodo che va da settembre a inizio novembre, decine e decine di pescatori si riuniscono su un centinaio di metri per l’avvicinamento alle coste dei tonnetti alletterati. Il mare in pochi metri da azzurro diventa blu e la profondità così vicina alla riva trasforma un piccolo tratto di spiaggia in un luogo di pesca ambitissimo.

A colazione sono in compagnia di Rosamaria D’Amico che mi consegna la credenziale e mi da gli ultimi consigli. Fa parte di Kalabria Trekking, l’associazione che gestisce il cammino e si occupa di promozione sociale con l’obiettivo di promuovere l’escursionismo come un’esperienza di socializzazione e condivisione e come strumento di conoscenza del territorio e delle tradizioni della Calabria.

Avevo già conosciuto Rosamaria a Milano alla fiera “Fa la costa giusta”: è la referente del cammino e parlando con lei si percepisce quando tenga a questo progetto. Si occupa di assistenza al camminatore prima e durante, trascorrendo le sue giornate tra telefono e mail affinchè tutti possano tranquillamente percorrere il kctc.

Nella prima parta della tappa si cammina paralleli al mare poi si comincia a salire. Non sono tanti chilometri ma è un bel dislivello.

A Petrizzi incontro Pietro. Lo trovo sotto il pioppo. Non è un pioppo qualunque. Nel 1807 Giuseppe Bonaparte fece piantare alberi in tutti i paesi, nella piazza principale, come simbolo della libertà. Il pioppo non è più lo stesso ma da oltre duecento anni ogni abitante da l’appuntamento “Sutta ‘u Chiuppu”, cuore pulsante dell’intera comunità. Con un termine preso da Jepis posso dire che Pietro fa parte dei personaggi definiti “padroni dell’aria”, sempre più rari e quindi preziosi. Pietro ci porta alla scoperta della parte vecchia del paese, quella che più ha sofferto dello spopolamento post dopo guerra. Tanti sono emigrati a cercare fortuna altrove ed è singolare che ad ascoltare le storie siamo in 4 provenienti tutti da luoghi diversi: un genovese, un fiorentino, una marchigiana e un serbo. Pietro si ferma nel punto dove qualche anno fa ha portato una signora argentina in cerca delle sue origini. Dall’emozione si è inginocchiata sotto il terrazzo dal quale il bisnonno vedeva il mare in lontananza. La sua storia resiste come il terrazzo alla ruggine e all’attacco delle piante che salgono come una marea verde. Altra sosta. La luce del crepuscolo è bassa ma sufficiente ad illuminare attraverso il tetto sfondato una vecchia macina: siamo in un frantoio del 1856! Si accende qualche lampione. Adesso nella penombra, tra le mura semi diroccate, si vede un forno: il padre di Pietro conosceva ad uno ad uno tutti i 38 forni che aveva costruito nelle case delle famiglie del paese! L’ultima sosta è alla casa del nonno: la loro televisione era la finestra e la vista è rimasta la stessa, sempre a colori! Quasi due ore tra gli stretti e impervi vicoli prima che il buio porti l’oblio. Fino a quando altri camminatori si faranno raccontare le storie e torneranno a fare vivere queste case.

In compagnia di altre 3 camminatori, alla sera ci gustiamo gli squisiti piatti dell’ Agriturismo Seminatori, una sorta di “Cittadella” immersa nel cuore verde pulsante della Serra calabrese, un luogo magico popolato da persone speciali che riempiono la serata di aneddoti.

Il Sig. Antonio – che gestisce insieme alla famiglia l’Agriturismo e ha percorso a piedi nudi i 55 km del Cammino Kalabria Coast To Coast – mi racconta come è nato il nome ‘Nduja per il tipico insaccato calabrese. Chi fosse curioso può ascoltare la storia direttamente dalla sua voce qui.

Decido di spezzare in due la seconda tappa. Da Petrizzi è una passeggiata di un paio di ore fino a San Vito sullo Ionio, dove mi aspetta Teresa, referente locale del cammino. Con estrema gentilezza mi ospita a casa sua e mi sento un ospite previlegiato!

A cena sono in ottima compagnia: Teresa, l’amica Fiamma ( a fine serata scopro che ha vissuto a Livorno!), Rosamaria con il marito Giuseppe, Marco Angillettil del settimanale Confidenze. Una tavolata mista da B&B U Siracu, un B&B che delizia i suoi ospiti anche con un’ottima cucina locale.

La terza tappa, da San Vito sullo Ionio a Monterosso Calabro è forse la più bella dell’intero percorso. Si cammina per chilometri nel silenzio del bosco, con la luce che filtra creando una moltitudine di declinazioni dei colori verde, marrone e giallo.

Le mie giornate sono divise in due: la mattina la dedico alla camminata e percorro una tappa di circa 20 km di un cammino. Il pomeriggio lavoro da remoto per le aziende con cui collaboro (Kalispéra, KINOPATIA).
Quindi programmo le call con i clienti al pomeriggio. Durante questa tappa ne avevo una in tarda mattinana.
E mi sono ritrovato a farla qui, nel lussureggiante bosco della tappa San Vito sullo Jonio – Monterosso Calabro.
Hotspot con il cellulare e zoom call nel silenzio più assoluto.
Grazie al mio collega Nicola, Creative Director di KINOPATIA e a Alessandra Damaschino, Marketing Communication Manager di Lechler Spa

Ritrovo la presenza umana all’Agriturismo Villa Velia dove Antonio e Velia mi hanno accolto nella loro villa di famiglia per un aperitivo. Il giardino è incantevole e la struttura ha una torre panoramica sulla vallata: nelle giornate limpide è possibile vedere Stromboli e l’Etna!

A Monterosso Calabro, proprio di fronte a Casa Pompelmo Case Vacanze Monterosso dove alloggio, c’è la bottega dell’artista del legno Pasquale Puzzello.
Sono seduto sul gradino di casa e il vicolo è tutto un vociare di comari che si parlano dalle porte e dalle finestre. E poi c’è lui, Pasquale, che comunica con il suo legno. Così non resisto ed entro a sentire la sua storia.

Francesca, proprietaria di Casa Pompelmo e altre case vacanze nel centro storico, mi accompagna e racconta la storia del suo borgo natio. Quando si fa ora di cena, mi siedo sui tavolini di Manzo Criminale: qui gusto sia la cena che un tramonto pazzesco sul centro storico. Al tavolino vengo riconosciuto da una follower e viene fuori che pure lei ha un collegamento con Livorno: il fratello lavora da anni nella città toscana che mi ha adottato.

Quarta e ultima tappa. Attraverso l’oasi WWF del lago Angitola fino ad arrivare a vedere il mar Tirreno dalle alture.

Il sentiero diventa strada e si scende nella pittoresca Pizzo che declina aspramente verso il mare.

Ho una postazione di lavoro sui tetti del centro storico: la terrazza a tasca del B&B Il Vicolo di Pizzo ha una vista che ha convinto la proprietaria, Doris, a trasferirsi dalla Svizzera a questo borgo calabrese.

Il cammino Kalabria coast to coast, iniziato con l’alba a Soverato sul Mar Ionio, finisce con il tramonto sulla spiaggia della Chiesa di Piedigrotta di Pizzo. Un’altra storia leggendaria da scoprire.

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